Oggi più che mai il tema della sicurezza interessa tutti e di certo osservando un involucro edilizio appare evidente come le componenti più fragili e facilmente intaccabili siano proprio quelle vetrate, attraverso le quali ladri e malintenzionati possono facilmente far ingresso nelle nostre abitazioni.Di certo è più semplice sfondare un vetro che non una porta o un muro e per proteggersi dagli “attacchi esterni” è possibile installare moderni impianti d’allarme o ricorrere alle più classiche grate ed inferriate. Se però non si ha cieca fiducia nell’automatismo e nella sicurezza dei sistemi antifurto e dalle proprie finestre non si desidera vedere il mondo come da “dietro le sbarre” è possibile installare delle vetrate antieffrazione, come quelle che solitamente vengono montate nei negozi, specie quelli che vendono beni di lusso. Bisogna ricordare però che la sicurezza non è da intendersi solo come protezione da intrusioni o visite inaspettate dall’esterno, ma questa passa anche per la nostra salute e l’incolumità delle persone nel normale svolgimento delle proprie attività quotidiane: è bene infatti che a seguito di un impatto accidentale contro un vetro questo non si rompa andando in mille pezzi e rischiando di ferirci gravemente, così come vi sono poi applicazioni particolari in cui il grado di sicurezza e solidità richiesto è ancora maggiore. In effetti un tempo le componenti vetrate degli edifici erano piuttosto limitate ed erano rappresentate unicamente da finestre, porte, finestre, o al massimo da porte di primo ingresso e ampie vetrine; nell’architettura contemporanea invece l’utilizzo del vetro è sempre più massiccio, tanto da essere divenuto in molti casi preponderante. Il vetro insieme all’acciaio rappresenta il materiale moderno per eccellenza, sinonimo di leggerezza e trasparenza per cui, specie nelle grandi città, la maggioranza dei grandi edifici di rappresentanza, e non solo, vengono completamente realizzati con facciate e coperture in vetro. Con un aumento così repentino dell’impiego del vetro ovviamente non si è potuto far altro che ricercare sempre nuove tecnologie che permettessero di elevare le prestazioni di questo materiale, ovviamente sotto il profilo della sicurezza, ma non solo!
Come materiale, il vetro risulta essere abbastanza duraturo (come testimonia la sua presenza in numerosissimi edifici storici) il vero problema è che si tratta di superfici piuttosto fragili (tutti hanno coscienza di ciò, perché a chiunque sarà capitato di vedere almeno un bicchiere cadere per terra e frantumarsi), che se sottoposte ad urti possono facilmente rompersi, andando in mille pezzi e generando piccoli corpi aguzzi molto taglienti e pericolosi, che possono causare lesioni anche piuttosto gravi. Fortunatamente le moderne tecnologie di produzione del vetro ci permettono di ovviare a questo inconvenientee di produrre i cosiddetti “vetri di sicurezza”. Le normative sul vetro e sulle sue applicazioni in ambito civile ed edile sono davvero molte; tra le tante la norma UNI 7697 del 2007 determina l’obbligo di impiego di vetri di sicurezza per ben determinati ambiti di utilizzo: ad esempio negli edifici di interesse pubblico (come scuole, ospedali o strutture simili) tutti i vetri devono essere di sicurezza; nei locali dedicati al terziario se le superfici trasparenti sono esterne e se queste, indipendentemente dall’altezza a cui si trovano, entrano in qualche modo in contatto con le persone allora devono essere di sicurezza, così come dovranno essere stratificati o temprati tutti i vetri interni ed esterni installati in ambito residenziale che abbiano il lato inferiore posti a meno di un metro dal piano di calpestio e come gli elementi impiegati come parapetti dovranno utilizzare vetri stratificati anticaduta, intelaiati su tutti e quattro i lati. Esiste poi un’altra normativa, la UNI EN ISO 12543, che riguarda più nello specifico il “Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza” e delinea per questa tipologia di prodotto quali sono le principali caratteristiche che deve possedere, definendone i criteri costruttivi.
In realtà è bene sottolineare come, proprio da un punto di vista costruttivo, siano essenzialmente tre le tipologie di vetro che sono in grado di garantire una sicurezza sufficiente, a seconda dell’utilizzo che se ne fa e del contesto in cui vengono installate e si tratta nello specifico dei vetri temprati termicamente, dei vetri armati e di quelli stratificati. Se invece si vuole vedere la cosa da un unto di vista più commerciale le nomenclature sotto cui vengono indicate tutti i diversi tipi di vetri di sicurezza sono molte di più: si può distinguere infatti tra generici vetri di sicurezza, piuttosto che tra tutti i modelli più specifici a seconda delle esigenze: ci sono quelli anti-caduta, anti-ferita, anti-vandalismo, anti-effrazione, anti-proiettile, anti-esplosione, ecc…, dove evidente la nomenclatura è indicativa dello scopo per cui vengono scelti e dei requisiti che si richiede soddisfino.
Il vetro temprato si ottiene grazie ad un particolare trattamento termico, che prevede una prima fase di riscaldamento del materiale fino al momento in cui non si raggiunge la temperatura di rammollimento e poi un repentino e brusco raffreddamento, che imprime alla superficie vetrata uno stato di compressione molto maggiore del solito, ottenendo così una lastra caratterizzata da una resistenza a flessione di molto superiore a quella di un normale vetro float (da tre a quattro volte). Il vetro temprato rientra sì nella categoria dei vetri di sicurezza perché in caso di rottura esso si frantuma in pezzi piccoli e relativamente innocui, ma non è assolutamente antisfondamento poiché una volta rotto può facilmente essere attraversato.
Diversamente invece il vetro armato, altrimenti detto retinato, offre una maggior resistenza all’attraversamento e in caso di incendio o di rottura riesce a trattenere almeno temporaneamente i frammenti di vetro, i quali però risultano essere assai più pericoli e taglienti di quelli generati dalla frantumazione del vetro temprato per cui nel caso in cui qualche scheggia sfuggisse potrebbe provocare gravi danni alle persone. Questo tipo di vetro viene ottenuto per colata e laminazione continua dove all’interno del vetro fuso viene inserita una rete di fili metallici cromati, che è quella poi che modifica le caratteristiche del materiale.
I vetri stratificati, o laminati che dir si voglia, riescono a coniugare i vantaggi di entrambe le tipologie appena descritte per cui si tratta sicuramente dei vetri più sicuri e resistenti in assoluto. Un vetro stratificato è composto dall’accoppiamento di due o più lastre di vetro tenute insieme da una pellicola di polivinilbutile (PVB) che, grazie ad un processo effettuato a caldo ed in pressione, funge al contempo da collante e da separatore delle singole lastre di vetro, modificandone così le prestazioni, non solo meccaniche, ma anche termiche ed acustiche (la presenza di questo foglio di materiale termoplastico infatti permette di abbattere in maniera significativa i rumori provenienti dall’ambiente esterno ed anche le vibrazioni). Quando un vetro di questo tipo si rompe il PVB riesce a trattenere tutti i frammenti e le schegge, riducendo così al minimo la possibilità di ferirsi; inoltre offre anche un elevata resistenza allo sfondamento ed alla penetrazione (ed è dunque ideale anche come copertura o se impiegato per la realizzazione di parapetti e facciate vetrate continue) e può tranquillamente essere sostituito in un secondo tempo ed essere lasciato momentaneamente in opera.
Ovviamente la necessità di ricorrere a vetri di sicurezza è diversa caso per caso e va valutata di volta in volta a seconda del contesto, del tipo di elemento a cui ci si riferisce e all’utenza che vi entrerà in contatto, ma in ogni caso non ha alcuna influenza su altri parametri: si possono tranquillamente realizzare vetri temprati, armati o stratificati senza rinunciare ad altre proprietà che risultano altrettanto importanti, ovvero sia quelle estetiche, ma anche quelle acustiche o termiche.
Immagini: www.predarivetri.com
Sara Raggi