Il vetro è un materiale da sempre usatissimo in architettura (intesa sia come edilizia, che come arredo ed interior design) ed in effetti uno dei suoi utilizzi più comuni e frequenti è quello che consente la realizzazione di tutte quelle componenti trasparenti del nostro involucro edilizio, vale a dire finestre, porte e portefinestre. Negli ultimi anni però il suo utilizzo si è sempre più allargato un po’ in tutte le direzioni sia per quanto riguarda elementi e complementi d’arredo che sulla “grande scala”: in effetti l’impiego del cosiddetto “vetro strutturale” (perfetto per la realizzazione di elementi portanti come scale, travi, coperture e solai) oggi è molto diffuso, inoltre, soprattutto nelle grandi città, si costruiscono sempre più palazzi con facciate completamente vetrate, specie se si tratta di edifici molto alti e di grande impatto scenico, per lo più destinati al terziario, ma in alcuni casi ci si può imbattere anche in piccole e suggestive abitazioni monofamiliare, soprattutto in quei casi in cui si desidera accentuare il contatto con la natura ed il paesaggio esterni.
Il vetro dal canto suo si presta bene a molteplici utilizzi proprio per le sue caratteristiche non solo tecniche ma anche estetiche, ovvero per il fatto di essere assolutamente trasparente, ma volendo al contempo anche colorato, riflettente e traslucido; per questo piace molto ai progettisti, e non solo, in quanto è in grado di creare effetti e suggestioni davvero accattivanti e particolari, che oramai fanno parte integrante dello skyline di tutte le più grandi metropoli mondiali. Inoltre non bisogna sottovalutare che si tratta di una materia assolutamente ecocompatibile e totalmente reciclabile, il che oggi davvero non guasta! Ovviamente a fronte dei numerosi pregi che è possibile attribuire a questo materiale è pur vero che esso in alcuni casi mostra in maniera evidente anche qualche difetto: se bisogna ammettere che rispetto al passato i problemi legati alla fragilità del vetro nei confronti degli urti o della sua portanza sono stati risolti con l’impiego di vetri infrangibili e ad elevata resistenza ed allo stesso modo si è riusciti ad ovviare agli inconvenienti legati alla trasmissione eccessiva del calore e della radiazione luminosa (grazie all’invenzione di vetri selettivi e basso emissivi), resta sempre però un cruccio quando si parla di dover pulire e mantenere estese superfici vetrate.
È chiaro che finchè si tratta di pulire le tradizionali finestre e portefinestre della propria villetta o del proprio appartamento, sebbene questo sia di certo uno dei lavori domestici più odiati da tutte le donne di casa, il problema comunque è relativo, basta utilizzare una scala, mettersi d’impegno, fare un po’ d’attenzione e soprattutto avere pazienza e buona volontà, ma il problema è facilmente superabile (anche se bisogna ammettere che oggi, soprattutto le nuove generazioni, un po’ per pigrizia un po’ per mancanza di tempo, puliscono i vetri sempre più di rado, specie se paragonato a quanto non facessero le nostre mamme o le nostre nonne!). Il vero dilemma si presenta quando a dover essere pulite sono intere facciate di edifici, magari molto alti, o addirittura estese coperture (sovente non piane); inizialmente si è ovviato con la presenza di apposite piattaforme dotate di carrucole che portavano su e giù degli operatori che, muniti di appositi strumenti, effettuavano manualmente la pulizia, o in alcuni (in presenza di superfici molto articolate e non complanari) si sono addirittura assoldate squadre di veri e propri arrampicatori che fossero in grado di affrontare la pulizia in “scalata”. Di certo però si tratta di metodi non particolarmente sicuri per i lavoratori e soprattutto molto onerosi, per cui la verità è che si finisce per effettuare le operazioni di pulizia sempre più di rado ed in questo modo il motivo che aveva spinato ad optare per il vetro, ovvero il fatto di poter contare su superfici brillanti e riflettenti molto spesso decade, perché le vetrate appaiono palesemente sporche e segnate e tutt’altro che attraenti, rovinando non solo l’estetica esterna ma anche la qualità dello spazio e la percezione interna di quanti vi soggiornano. Proprio con l’intento di ovviare a questo problema negli ultimi anni sono stati immessi sul mercato i cosiddetti “vetri autopulenti”: si tratta di superfici particolari che semplicemente grazie alla presenza del sole e della pioggia sono in grado, per così dire, di pulirsi autonomamente limitando di molto i costi di manutenzione e gestione degli edifici vetrati. Non sono moltissime le ditte che commercializzano questo tipo di prodotto, ma comunque più d’una, tra le più illustri possiamo nominare certamente la Saint Gobain Glass (it.siant-gobain.com) con la linea Bioclean e la Pilkington (www.pilkington.com) con la gamma Active.
Il funzionamento, al contrario di quanto si possa pensare è piuttosto semplice: in poche parole la luce del sole, grazie ad un deposito superficiale applicato all’esterno del vetro e dalle proprietà foto catalitiche ed idrofile, innanzitutto agisce decomponendo i residui di sporcizia che si depositano sui vetri (ed è in grado di farlo anche se il tempo è nuvoloso!) ed al contempo rende le superficie idrofile; in questo modo quando cade la pioggia, essa non si deposita sui vetri formando le tipiche goccioline, ma scivola via trascinando con sé lo sporco.
Va detto comunque, per dovere di cronaca, che anche impiegando dei vetri autopulenti ciò non significa che questi non si debbano mai pulire nel senso più classico del termine, di certo però questa necessità si verificherà molto più di rado e sarà assolutamente meno difficoltosa poiché basterà utilizzare dell’acqua e non sarà necessaria alcun tipo di asciugatura. Inoltre utilizzando vetri autopulenti si ha l’ulteriore vantaggio di poter contare su un’ottima visibilità anche quando il tempo è piovoso e si contribuisce ad inquinare meno, poiché limitando la pulizia ordinaria si riduce di molto l’impiego di detergenti e sostanze comunque dannose per l’ambiente.
Chiaramente alla funzione autopulente è possibile accoppiarne di altre, che consentano un adeguato isolamento termico ed acustico, nonché un controllo ottimale della luce riflessa e di quella in ingresso e le necessarie condizioni di resistenza e sicurezza, in modo tale da ottenere delle superfici assolutamente performanti sotto ogni punto di vista ed adatte alle proprie necessità ed alla proprio clima.
Se è vero che i vetri autopulenti sono pensati soprattutto per edifici vetrati, è pur vero che il loro utilizzo può essere esteso anche ad altre applicazioni a scala leggermente ridotta, ma che ne trarrebbero uguale vantaggio, come ad esempio per la realizzazione di verande, parapetti esterni in vetro, porte di primo ingresso lucernari o qualunque altra superficie che risulti direttamente esposta agli agenti atmosferici ed al contempo difficoltosa d pulire. È ovvio che il costo di prodotti del genere è piuttosto elevato, ma visto nell’ottica globale della vita media di un edificio vetrato e considerando i costi di manutenzione e pulizia che è necessario sostenere per esso ed i vantaggi che è possibile ottenere nell’immediato è veritiero affermare che si tratti di soldi assolutamente ben spesi, grazie ai quali potremmo trarre in breve tempo diversi benefici!
Sara Raggi