Quando si parla di porte a soffietto generalmente si pensa a porte piuttosto semplici, spesso anche economiche, proprio perché non realizzate con materiali ritenuti di gran pregio (come ad esempio la plastica, il metallo, o il pvc), per lo più adatte a chiudere ambienti di servizio, quali possono essere ripostigli e sottoscala e magari ideali per aperture che non siano più di tanto visibili, specie da locali ritenuti di “rappresentanza”, come l’ingresso, il soggiorno o la sala da pranzo. Il termine “soffietto” deriva proprio dalla configurazione fisica che assumono le porte di tale genere che, ripiegandosi ripetutamente su se stesse, ricordano un po’ le fattezze dell’omonimo attrezzo utilizzato per ravvivare la fiamma del fuoco nel camino.
In realtà le porte a soffietto sono nate proprio per ovviare ad un problema piuttosto comune e sentito nelle abitazioni moderne, ovvero quello di dover collocare una porta a battente in uno spazio troppo ristretto, che non consentirebbe un’apertura totale dell’anta (perché sul proprio cammino incontrerebbe degli ostacoli!), oppure perché questa aprendosi all’interno di un locale davvero minimal, come un ripostiglio o un piccolo bagno, ne limiterebbe in maniera inaccettabile lo sfruttamento.
A differenza di quanto avveniva fino a qualche decennio or sono, quando le porte a soffietto erano piuttosto “tristi” ed anonime e venivano realizzate unicamente con materiali economici, per lo più in plastica, oggi, quelle che vengono comunemente denominate porte a soffietto, non vanno associate unicamente a ripostigli e bagni ciechi, ma possono essere utilizzate davvero per scopi diversissimi gli uni dagli altri e ve ne sono anche di pregevolissime, realizzate con materiali importanti e appositamente ideate proprio per creare una sorta di grande separè tra due ambienti continui, creando un effetto scenografico senza eguali. Se dunque nell’ideale comune il termine porta a soffietto viene accomunato a modelli piuttosto basic e di certo poco attraenti, nella realtà non è davvero più così; in effetti non vi è limite all’utilizzo di tale tipologia di elementi ed oggi ne vengono prodotti davvero tantissimi modelli tutti diversissimi gli uni dagli altri; molto dipende appunto dal materiale scelto, dalle dimensioni dell’apertura in cui andrà inserita la porta, nonché da quelle di ogni singolo modulo che la componee dal contesto in cui si desidera impiegarla. Anche per ciò che concerne le questioni di stile oramai in commercio vi sono porte a soffietto capaci di adeguarsi a qualsiasi tipo d’ambientazione, dalla più classica alla più contemporanea, riuscendo persino a trovare soluzioni consone per quegli stili un po’ più particolari come quello etnico, country o vintage.
Di certo le porte a soffietto sono ideali quando vi è la necessità di ottimizzare gli spazi, perché la loro caratteristica precipua è proprio quella di impacchettarsi completamente contro uno stipite (o in alternativa per metà sul lato destro dell’apertura e per metà su quelle sinistro) e dunque, esattamente come accade per le porte scorrevoli a scomparsa, nel momento in cui sono aperte non vi è alcun ingombro dovuto alla porta né da un lato né dall’altro della stessa! Infondo le porte a libro a soffietto potrebbero essere considerate un’estremizzazione delle porte a libro, mentre però queste si piegano semplicemente in due quelle a soffietto sono in grado di impacchettarsi maggiormente, riducendo davvero al minimo l’ingombro una volta aperte, ma il concetto applicato da un punto di vista pratico e di conformazione della struttura è esattamente il medesimo. In effetti le aperture più ampie, più scenografiche e d’effetto, magari realizzate con elementi vetrati, possono considerarsi una via di mezzo tra le porte a soffietto e quelle a libro, perché come le prime si suddividono in diversi moduli (senza dubbio più dei due che sono soliti caratterizzare le aperture a libro) e sovente si aprono a mò di quinta scenica, ma al pari delle seconde ogni “anta” è composta da moduli, almeno tre o quattro per parte, che in parte vanno oltre allo spessore murario e dunque di dimensioni superiori a quelle di una tradizionale porta a soffietto.
Comunque gli utilizzi delle odierne porte a soffietto, come già detto, possono essere davvero i più disparati; come abbiamo già ricordato i modelli più semplici vengono da sempre e tutt’oggi utilizzati per chiudere ambienti di servizio (in special modo i ripostigli, le dispense ed i sottoscala), ma anche piccole cabine armadio, piccole zone studio o bagni ciechi; sovente però quando nel living vi è un vero e proprio angolo cottura e non si ha piacere che questo rimanga in vista nel momento in cui si ricevono degli ospiti nel proprio soggiorno, magari per un semplice the o caffè pomeridiano, oppure quando si hanno invitati a cena e non si desidera fargli vedere pentole e piatti sporchi, allora un’apertura a soffietto (che può realizzarsi in modo che si apra tutta su un lato o metà da una parte e metà dall’altra) potrebbe essere la soluzione ideale. In effetti strutture a soffietto vengono utilizzate da sempre anche come separè, si pensi agli studi medici o ad improvvisati camerini prova, o anche nelle nostra abitazioni quando magari si dispone di locali unici molto ampi (come accade nei loft o negli open space) e si desidera in qualche modo suddividerli, anche solo temporaneamente, senza bisogno di creare delle partizioni fissi ed immodificabili: in tutti questi frangenti strutture piuttosto alte, fatte esattamente come le porte a soffietto, e dunque pieghevoli, possono rappresentare davvero una risorsa ed è possibile trovarne in commercio di diverse misure, di varie tipologie e realizzate con vari tipi di materiale. Sovente poi le porte a soffietto vengono utilizzate anche per chiudere i box doccia, in questi casi sono sicuramente da preferire i modelli in pvc, che risulta assolutamente impermeabile, meglio se almeno in parte trasparenti, in modo che lascino filtrare al luce all’interno dello spazio in cui si è istallato il piatto doccia.
Ovviamente la scelta del materiale deve essere fatta sia in virtù di considerazioni d’ordine estetico che di valutazioni d’ordine pratico: comunque la prima cosa da fare è valutare attentamente il contesto in cui andrà collocata la nostra apertura a soffietto, poi in base a questo potremo capire se privilegiare l’aspetto visivo scenografico, piuttosto che orientarci su prodotti più economici, magari più semplici da pulire e manutenere rispetto a quelli realizzati in legno, che risultano senza dubbio molto più belli e robusti, ma meno pratici in ambienti facilmente “sporchevoli” e soggetti a macchie ed umidità, come possono essere il bagno o la cucina. Sempre parlando di materiali bisogna anche decidere se si desidera oscurare completamente la vista attraverso la porta e dunque se, indipendentemente dal fatto che si sia optato per porte in plastica, piuttosto che in legno o in metallo, si vuole utilizzare elementi completamente opachi, piuttosto che in parte, o quasi completamente, vetrati ed in questo caso di deve anche stabilire quanta porzione si desidera che sia trasparente e se ci si vuole vedere attraverso oppure semplicemente intravedere qualcosa lasciando però che la luci vi penetri attraverso. Gli inserti in vetro dunque possono essere più o meno grandi, presenti su tutti i moduli che compongono la porta o solo su alcuni, trasparenti o opachi, lisci o zigrinati, chiari piuttosto che colorati o anche decorati, le possibilità sono davvero molte. Ovviamente se la nostra porta a soffietto serve per chiudere un bagno o un ripostiglio sarà meglio optare per un modello coprente, mentre ad esempio nel caso in cui si tratti di un elemento divisorio tra zona pranzo e salotto sarà meglio optare per una di quelle almeno in parte trasparenti.
Ultima decisione da prendere riguarda il tipo di chiusura della nostra porta a soffietto: i modelli più semplici solitamente sono dotati di una semplice chiusura magnetica e sono privi di serratura (dunque ideali ad esempio per i ripostigli), mentre poi si può scegliere tra altre tipologie più sofisticate che presentano invece una vera e propria maniglia ed una chiusura dotata di chiave o di un chiavistello.
Essendo le caratteristiche delle porte a soffietto davvero molto variabili, di conseguenza anche per quanto concerne il loro prezzo assistiamo ad una casistica piuttosto ampia, a partire da 50 euro, o poco più, in effetti si possono trovare modelli standard, anche da montare fai da te. Innanzitutto però quando si parla di prezzi bisogna dire che le dimensioni rappresentano una forte discriminante (un conto è chiaramente acquistare una porta standard larga 80 cm ed un altro paio di maniche è realizzare quella che potrebbe essere quasi definita una parete scorrevole, larga due metri o anche molto più e magari alta fino al soffitto!), ma poi è anche il materiale a fare la differenza ed ovviamente se si richiede un prodotto particolare da realizzare su misura il costo può salire ulteriormente, fino a raggiungere prezzi piuttosto elevati per i modelli cosiddetti “automatizzati”, che comunque si trovano più facilmente nei locali pubblici piuttosto che nelle abitazioni.
Immagini: www.centor.eu e ww.antoniopalladinosrl.com
Sara Raggi